Contro cosa si è rivolta la poetica del rifiuto formulata tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento dalla Neoavanguardia italiana? È poi davvero corretto parlare di una poetica? Quali sono le dimensioni dell’impegno all’interno del Gruppo 63? Cosa hanno a che fare alienazione dell’individuo e guerra atomica con la poesia novissima? Sulla base di un confronto incrociato tra le opere più significative di tre protagonisti di quella stagione letteraria (Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti ed Adriano Spatola) il presente lavoro, attraverso una mirata analisi semiotica, cerca di fornire delle risposte a tali quesiti.