Il secolo scorso vede l’inequivocabile sopravvivenza del fantastico come genere letterario, la cui continuità con i grandi modelli ottocenteschi va ricercata nel suo dare rappresentazione allo scarto prodotto dall’improvviso collidere di dimensioni narrative inconciliabili, dal sovversivo prorompere di particelle di significato in piani di realtà che non possono in alcun modo contemplarle. Una vera e propria invasione, concetto che permette di considerare, come espressioni di un unico dominio, tanto la lunga processione di mostri e apparizioni spettrali messa in scena dalla tradizione ottocentesca, quanto le meno esibite manifestazioni dell’irrazionale proposte dal fronte più avanzato del genere, restituendo il fenomeno alla sua dimensione di articolato sistema letterario transnazionale.